Due chiacchiere con Ricardo Antonio Piana, artigiano dell'AI
- Michele Laurelli
- 13/04/2022
- Tempo di lettura: 3 minuti
Ciao Ricardo, grazie per esserti unito a me per due chiacchiere!
Attualmente sono il CTO di Algo.AI, una Startup di prodotto che lavora nell’ambito dell’Head Recruiting: nello specifico utilizziamo dei sistemi basati su AI per rilevare emozioni e classificare il contesto di video interviste allo scopo di determinare il possesso di alcune soft-skills.
Sono inoltre il CTO pro bono di 4GoodCause, una Startup Green, in cui l’AI sarà utilizzata a scopi di moderazione dei contenuti.
Come divulgatore e consulente, in Cibernetica Gerber, mi occupo di immaginare le nuove frontiere di AI, metaverso, robotica, metodologia agile e altri processi di innovazione.
L’AI è soltanto un abilitatore per i vari processi che stanno nascendo e migliorando.
Permette una migliore analisi sui dati e ha una buona capacità di classificazione e predittiva, compiti che una volta gli esperti facevano per ipotesi, intuito e talento, ora possono essere automatizzati.
Il bello di aver a che fare con una tecnologia esponenziale è che nessuno di noi sa quale sarà il limite.
Ancora non conosciamo il limite dell’informatica: per quello delle AI serviranno decenni.
La rivoluzione dell’AI sarà “invisibile” e ci aiuterà a vivere meglio, diventando dei super-umani, con l’ausilio di agenti AI che ci aiuteranno quotidianamente, collegati a noi tramite interfacce di Realtà Aumentata.
Quando sarà iniziata, semplicemente ci sembrerà che sia sempre stata lì: come l’elettricità o l’acqua potabile. Sarà anche difficile rinunciarci.
Non siamo il TOP e far parte della UE non ci aiuterà a crescere.
Il sistema legislativo europeo sta prendendo sempre più l’AI come un mostro da ostacolare burocraticamente, mostrando lo spauracchio dei bias e della privacy per mantenerci un secolo indietro.
AI per le aziende Italiane è spesso una keyword per fare Hype, senza necessariamente qualcosa di tecnologico dietro.
Con la democratizzazione degli strumenti per fare AI però la qualità media è migliorata e i venditori di fuffa sono scomparsi, prendendo un po’ di dignità.
Fare AI oggi è molto più semplice di quello che poteva essere soltanto qualche anno fa, questo riduce costi e tempi, e anche se spesso il modello scelto non è quello particolarmente ottimizzato per la riuscita dei progetti, è meglio di una invenzione scritta solo sulla carta e puramente teorica.
Credo di essere più un artigiano dell’AI che uno scienziato: il mio contributo sarà senz’altro tecnico e divulgativo, ma dubito sarò io il primo a creare “Pensiero profondo”.
Mi piacerebbe far capire alle persone che non c’è da avere paura, che “intelligenza” è un termine che significa molte cose, che non è vero che l’AI ci schiavizzerà e ci porterà via il lavoro.
L’AI sarà la corrente elettrica di questo millennio, così come l’elettricità fece “magie” ai tempi di Edison e Tesla, così l’AI sarà la protagonista dei nostri tempi, aiutandoci, spero, anche a tenere vivo il nostro pianeta che ha tanti problemi.
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